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IL PERCORSO
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CURIOSANDO 21
ASSOCIAZIONE CULTURALE ITINESEGNI ad Anagni –Fr- Nel giorno della befana 2018 “TRA SOGNI E REALTA’” In punta di piedi.. entriamo Erano anni che non passavo da qui. Una sorta di porta inferi ci blocca, ci registra e ci fa attendere. Anziani, giovani e ragazzini in attesa. Le facce interrogative lasciano trasparire l’emozione, come bambini che hanno voglia di soddisfare ogni curiosità. Che ci sarà lì oltre la tenda? Entriamo e l’Oracolo, che in questa occasione è una donna, ci introduce nel mondo dei sogni…ma da subito ammonisce tutti i presenti che il sogno è come il dire che se non seguito dal fare di tutti i giorni …………. andiamo avanti All’inizio della scalinata (quante volte ho calpestato quei gradini) incontriamo il ragazzo che si è appena addormentato e le oracole/Sacerdotesse, considerate dalla mitologia, fonte di saggi consigli o di profezie ci invitano a… Mentre ascolto conto le pecore del giovane pastorello, mi addormento e sogno. “mi trovo in un aree dal tempo incerto. Nei tratti liberi da nuvole, ampi spazi di sereno dai quali osservo l’orizzonte”. Ecco che il sogno si anima, scuote, sussulta e attraverso la voce di un’anziana signora mi ammonisce a voler bene. Nella scena appaiono due ragazzi che dialogano in perfetta sintonia: accoglienza, prossimo, solidarietà… Lei bianca Lui di colore. Saliamo ancora più su e i miei ricordi si fanno sempre più vivi (su quella stretta scalinata ero solito fissare gli appuntamenti con… e dove per guardarla spesso scivolavo). Quì uomini narranti riaffermano l’utilità dei sogni. Ci incamminiamo su per le scalette, inciampo e sbatto il ginocchio all’angolo dello scalino…sono sveglio o sogno? Sorrido e faccio finta di nulla. Arriviamo in una piccola piazzetta dove facevamo a gara a chi scendendo di corsa girava a sinistra e riusciva a non cadere. Tre massaie intente a cuocere le patate e a fare gnocchi, parlano di principi azzurri che appaiono nei loro sogni; “sogna so’” dice una donna, ammonendo le altre a rimanere con i piedi per terra. Subito dopo un ragazzo dal balcone ci ricorda l’utilità e la bellezza dei sogni e ci invita ad andare oltre. Ci imbattiamo in due filatrici intente ad ascoltare il solito politico di turno che con altisonanti paroloni cerca di convincere gli astanti a dargli il voto, promettendo -tutto di tutto-. Subito dopo incontriamo dei ragazzi che con la schiettezza propria dei giovani invitano tutti a far meglio per una società migliore. Appena girato l’angolo due signori sulla scalinata discutono insieme ad un altro del poeta Neruda e della attuale società: erano migliori i tempi del poeta o gli attuali? Boh! “Finalmente” incontriamo il Vinaio che scuoteva una damigiana. Sta nel punto esatto in cui il vicolo fa una curva a destra di 90 gradi (immaginate farla di corsa). Qualche volta da ragazzo, quando scappavo dal di Lei padre inviperito, invece di girare andavo a sbattere contro quella porta dove c’è scritto –Fornaro-. Anche adesso, sic., forse sogno….Ma adesso la porta si è aperta e l’uomo sull’uscio completamente infarinato e chiaramente arrabbiato: “arecazzì ma che stite a combinà, me volite rompe tutto? Te’ acchiappitici sto pezzo de pizza i’ iaticenne”. Non sono sicuro di essere andato a sbattere contro la porta adesso o………..nel sogno. Con la pizza e il bicchiere di vino “offerto” dal Vinaio, andiamo un poco più avanti. Ma che succede? Una anziana signora, parla da sola! No mi dicono, c’è qualcuno dietro la tenda - “zitto famme sentì”- mi ammonisce il signore vicino. Parlano di un certo Pessoa “I sembra che era uno forte, un poeta de Lisbona in Portogallo, i sembra pure che ne’ n’era tanto cristiano; ma chisti n’erano affari sia? Intervengo a tagliare il discorso prima che……. Il gruppo ci spinge e ci invita ad andare avanti. Hei! Ma qui?.. Pure i sogni fanno i dispetti. Arriviamo in –quella- piazzetta. Le mie rotelle cerebellari vanno in tilt. Li c’eravamo definitivamente detti…. –Addio!- Non m’accorgo dell’ultimo scalino e per poco non cado; istintivamente mi tocco il ginocchio, fa male. Sono caduto o sto sognando? Che importa! Comunque era successo! Ma qui venivamo anche a giocare a pallone, a fare la guerra tra “bande parrocchiali” (nui sangiovannari contro chissi de sanpancrazio. Quante botte e soprattutto quante sassate!) La Piazza è occupata da diverse persone, ognuna intenta in diverse attività. Ci offrono da mangiare e una donna e un uomo iniziano a suonare. -Meno male- penso; oggi non si battaglia, si mangia “ma che bravi sti sampancraziani” Siamo giunti all’ultima tappa di questo sogno-percorso: al convento delle suore. -Ma siete matti- dico io “è di clausura”. “ Ma si remasto proprio areto, addamò che rentrimo aiecco” Scuoto il capo e li seguo. Nel cortile interno ci accoglie un’atmosfera incantata. Mi guardo intorno mentre ascolto il messaggio finale dell’evento che come all’inizio ci invita a pensare ai sogni come possibile realtà con amore, bontà e fratellanza. Mi tocco il ginocchio e non fa male. Il Video |