itinesegni

  • Home
    • San Bruno Patrono di Segni
    • Storia
  • Itinerari
    • MAPPA URBANA
  • Monti Lepini
    • GAL Monti Lepini
  • Valle del Sacco
  • Contatti
  • 5 X MILLE

DE FILIPPIS GIUSEPPE

Con i suoi lavori vuole raggiungere quelle persone costrette alla sofferenza per invogliarle a leggere e scrivere racconti divertenti e fantasiosi, che per esperienza personale, concorrono ad alleviare lo spirito e ha distrarre la mente dalle varie patologie

Pulsante Text
Torna           vai a L'Angolo del cittadino                          
Foto
LA MUMMARELLA DI OTTAVIANO 
Imperatore di Piglio, Serrone e Paliano

di De Filippis Giuseppe
Ed. in proprio

​

Questo racconto è una parodia ambientata in località del Piglio, comune della provincia di Frosinone con un bellissimo borgo antico, da cui ha tratto l'ispirazione.
La Mummarella -diminutivo di Mummera- è una piccola anfora a due anse, realizzata anticamente a Napoli per contenere l'acqua Ferrata. In alcuni paesi dell'area Vesuviana -la Mummere- indica la scatola cranica che può spaccarsi a causa di una caduta  una caduta .   nel caso di Ottaviano, riguarda l'Edema Cerebrale a causa del surriscaldamento accidentale.
​                                                                                                                          L'autore
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
L'autore si diverte a giocare con la morte. 
I  dodici racconti che compongono l'opera ci fanno vivere  gli eventi di tutti i giorni quando chi per gioco e chi per cattiva sorte "chiamano" la morte che non sempre è Nzallaruta. E così dopo un viaggio in treno e altre vicissitudini l'autore si risveglia...... "Ma non può essere, a me pareva vero"... e la moglie "Te l'ho sempre detto, a sera num magnà così non scagni 'e suonni p'a realtà".                                                        
Foto
PURE 'A MORTE E' NZALLARUTA
 
​di De Filippis Giuseppe


​Ed. in proprio

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
L’ASSOCIAZIONE CULTURALE ITINESEGNI
nel quadro delle proprie iniziative in collaborazione con il sito web   itenesegni .com nelle pagine “L’angolo del cittadino” e “Scrittori e Poeti, pubblica due interessanti lavori di Giuseppe De Filippis, napoletano di nascita (Torre Del Greco) ma  Colleferino di adozione e attuale residenza
 
Eccoci a presentare un altro artista della penna e della fantasia.
Due racconti scanzonatori  che trovano nel sogno e nella chimerica immaginazione una parafrasi della realtà in cui  l’autore e ognuno di noi è immerso.
Una proiezione della propria esistenza che scaraventa con violenza una vissuta realtà alla quale, si condiziona ogni “movimento”.
Così che l’autore, nel racconto “La Mummarella di Ottaviano –Imperatore di Piglio, Serrone e Paliano” dopo aver intrapreso un viaggio sulla Strada del Cesanese del Piglio, in diverse tappe di questa “fantastica”realtà , nella XV^ e conclusiva parte,  ……… “Adesso vado a dormire, sono stanco, e poggio anche te sul foglio bianco. Finché resterà fresca la mia mente, saremo sempre pronti a rallegrar la gente”.
Ma non possiamo che essere felici nell’apprendere che la Morte qualche volta  è NZALLARUTA” cioè distratta, poco attenta.
Infatti  De Filippis nella 1^ parte del  racconto “Pure ‘A Morte è Nzallaruta”si prende gioco della morte, che dopo avergli annunciato “Sono le otto di questo secondo venerdì di marzo, e sono venuta a prendervi in mattinata, così non m’arruvino sta jurnata”………”Ma vulite proprio a me, siete sicura?”…..”Pasqualì, sono certa nun mi sbaglio”……..”Sorella Morte, scusate se mi permetto ve lo dico veramente con cuore aperto, il giorno giusto non è questo dì perché, oggi è sabato e nun è viennarì. Poi, se vulimme essere ancora chiù riale,ve dico pure che io nun so’ Pasquale…….ma Peppino.
‘A Morte, senza proferir parola………salita sul carro…: Mo’ chi s’ho fire e séntere a chillato? (San Pietro). Trad.(E adesso chi ce la fa a sentire quell’altro? San Pietro)
Continua il viaggio fantastico in compagnia della Morte e tra i “fatti”, “sciulate”, “è pummarole” e “scalinate” il racconto prende forma in un gioco tra le parti, in una reazione emotiva che mette a confronto il sogno con la realtà offrendo a quest’ultima la speranza di una più mite sofferenza.
Il risveglio diventa così un appassionato dialogo con l’amatissima consorte….”te l’ho sempre detto che la sera non devi mangiare troppo, così non cambi i sogni con la realtà”.
Due opere che non è azzardato definire: scanzonate, disinvolte, scherzose, concrete, pungenti oppure il netto contrario: austere, utopistiche o rispettose o ancora benevole e bonarie.
Due racconti che potrebbero far parte di un buon cartellone di opere teatrali…Chissà?
Ulteriori informazioni su www.itinesegni.com

 
 
 
 
Foto
Powered by Create your own unique website with customizable templates.