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Cenni storici
L'antica Signia si affaccia alla ribalta della storia verso il 513 a.C., quando Tarquinio il Superbo guida l'esercito romano sul monte lepino. Dall'accampamento costruito con le comodità di una città, come si esprime Dionisio, sarebbe sorta Signia. Se un precedente insediamento umano abbia popolato il monte Lepino, quale ne sia stata la stirpe e quale il nome, son problemi aperti. Segni già esisteva prima dell'arrivo di Tarquinio il Superbo? Forse si! Nel 495 Sesto Tarquinio deduce a Segni una seconda colonia. Nel 493 Spurio Cassio, durante il secondo consolato, sedata la sedizione delle città latine, rinnova con esse, Segni compreso, il patto di alleanza che va sotto il nome di Foedus Cassianum. Nel corso dei secoli V e IV, Signia è così fiorente che, unica in tutto il Lazio, conia monete d'argento con la scritta -SEIC-, addestra milizie proprie con le quali, in varie occasioni, offre aiuto a Roma. Signia è governata da pretori, due per la legislazione e due per il governo della città. Rimane sempre fedele a Roma, particolarmente nei momenti più difficili dell'Urbe, come al tempo della guerre annibalica, durante la quale venne scelta per la custodia dei prigionieri punici. Come città libera si fregiò della sigla S.P.Q.S. Per l'interpretazione del nome Signia sono proposte ipotesi che lo fanno derivare dalle insegne dell'esercito di Tarquinio il Superbo o dalla statua (signum) della divinità. Ma il toponimo SEIC scolpito sotto la testa del cinghiale nella moneta segnina, avanza l’altra ipotesi che potrebbe derivare da questo animale sacro o totem dei primitivi segnini. Un altro affascinante studio fa derivare il toponimo “Signa” dagli Ittici (3600 anni fa) che dopo la conquista della regione di Arzwa alcuni storici greci e latini identificarono la valle compresa tra il fiume Erno ed il Meandro con il nome di “Signa” Fu celebre nell'antichità per un particolare intonaco detto "Opus Signinum", per il vino spumeggiante dalle proprietà astringenti, per i cavolfiori le cui cime resistono a freddi e per una qualità di pere, dette appunto segnine. Nel 494 inizia a Segni la presenza di vescovi segnini (Santulo 494-499) Tra la fine del secolo VI e l'inizio del successivo nacque a Segni Vitaliano, che fu papa dal 657 al 672. In epoca bizantina Segni era divisa in sette "decarcie", che formarono l’esercito cittadino. Verso la metà del secolo XI fu costruita, in stile romanico, la chiesa di S. Maria, oggi cattedrale, con il campanile accanto. Inserita nel Ducato Romano e nel "Patrimonio di S. Pietro", Segni si sviluppo sotto il dominio della Santa Sede, raggiungendo l'apice della sua fama e l'autonomia comunale nei secoli XII e XIII, quando ospitò i papi: Pasquale II che il 4 giugno 1109 vi canonizzò Pietro vescovo di Anagni, Eugenio III che vi costruì un palazzo per l'estate (attuale seminario vescovile - 1150), Alessandro III che il 2 febbraio 1173 vi santificò Tommaso Becket, e Lucio III che il 18 luglio 1183 vi santificò Bruno, vescovo della città dal 1079 al 1123. Vi soggiornarono Innocenzo III (Lotario dei conti di Segni), Onorio III che il 16 luglio 1223 vi consacrò Gregorio IX, appartenente alla famiglia dei Conti. Segni nel 1353 si affidò alla signoria di Giovanni Conti, divenendo in tal modo feudo della famiglia Conti che la dominò fino al 1575, quando Giovan Battista Conti passò a Mario Sforza, marito di Fulvia Conti, unica figlia erede di Giovan Battista. Nell'agosto del 1557, durante la guerra di Campagna, subì incendio e distruzione. Il 4 luglio 1585 Sisto V elevò Segni a ducato; il primo fregiarsi del titolo fu Alessandro Conti Sforza il cui nome è scolpito sulla facciata superiore dell'architrave del portale del palazzo Conti, da lui restaurato. Requisito dalla Congregazione dei Baroni e tolto a Mario II Conti Sforza a causa dei suoi debiti, il ducato segnino fu posto all'incanto nel 1639. All'asta concorsero gli Sforza, parenti di Mario, e i Barberini, parenti del papa Urbano VIII. Segni fu aggiudicata a questi ultimi. Tra le due famiglie però si accese un processo giudiziario. Alfine, avuta ragione gli Sforza, Livia Cesarini, moglie di Federico Sforza, il 17 marzo 1695, ricomprò Segni, dando origine agli Sforza Cesarini. Nel corso del secolo XVII, abbattuta la vecchia cattedrale, perché molto danneggiata dall'incendio del 1557, fu riedificata sullo stesso luogo dalle fondamenta, in stile barocco e a croce greca. A decorarla furono chiamati Pietro da Cortona, il Pomarancio, Giovan Battista Gaulli, Lazzaro Baldi, Francesco Cozza e i fratelli Cortese, particolarmente Antonio e Guglielmo; infine la facciata di pietra locale fu innalzata nel 1817 in stile riecheggiante il neoclassico del Valadier. Entrata a far parte del Regno d'Italia il 20 settembre 1870, Segni ebbe come primo sindaco Girolamo Cleti Meni dal 25-1-1875 al 16-3-1877. Seguirono numerose opere sociali: Nel 1862 fu inaugurata la strada ferrata per Ceprano con le stazioni ferroviarie di Velletri, Valmontone, Segni, Anagni, Ferentino e Frosinone; nel 1870 fu eretto l'ospedale con il contributo dei sacerdoti segnini don Leandro Milani e don Gaetano Rossi; nel 1887 Leone XIII, permise l'erezione dell'Istituto San Gioacchino per l'educazione dell'infanzia e della gioventù, affidandolo alle suore della Carità di Santa Giovanna Antida. Chiusi per ragioni igieniche tutti i cimiteri parrocchiali, fu costruito nel 1884 quello comunale, su progetto dell'ing. Angelo Maria Fagiolo. |
Archivio Storico Innocenzo III
Biblioteca Aminta Milani L’Archivio aperto nel 1998 è ospitato nel Seminario Vescovile di Segni, sorto sulle rovine dell’Acropoli nel XII sec. e che fu dimora di Papa Eugenio III, che lo fece costruire, Lucio III, Alessandro III e lo stesso Innocenzo III, della famiglia Conti di Segni. Le attività dell’archivio si articolano in diverse direzioni, dall’attività scientifica con numerose pubblicazioni e tesi di laurea, all’archivio fotografico del territorio lepino e altre promozioni culturali. La Biblioteca Aminta Milani (medico segnino nominato Archiatra Pontificio per la direzione dei servizi sanitari della Città del Vaticano, incarico che conservò anche sotto il pontificato di Pio XII) da ottobre 2007 si è arricchita di oltre 2000 volumi appartenuti al Cardinale Angelo Felici che, insieme al fondo antico di 4000 volumi e altri 15000, fanno della struttura un centro importantissimo per le ricerche storiche e scientifiche. Numerosi sono i convegni e le mostre attraverso le quali i responsabili dell’Archivio Storico hanno fatto conoscere importantissimi momenti della storia di Segni; ultima e rilevante è stata la conferenza sul Laocoonte e l’Incunabolo, appartenuto a Angelo Recchia de Barbarano (1486-1558), con una sorprendente nota. I Musei Vaticani non potevano non ospitare, per il ciclo di incontri de Il Giovedì dei Musei, la conferenza dedicata ad una sorprendente scoperta storico-scientifica: un incunabolo, testo del 1491- rinvenuto nell’Archivio storico della diocesi di Segni- contenente una postilla che ha permesso una nuova datazione per il ritrovamento del gruppo marmoreo del Laocoonte, e per la nascita dei Musei del Papa |
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