Nato a Segni il 1 febbraio 1846da Vittorio Fagiolo e Margherita Belvedere. Sposa Veronica De Marchis il 28 ottobre 1875 Le circostanze della vita lo portano ad affermarsi sia come architetto che come archeologo. Tra le sue opere architettoniche si possono citare il colonnato del Cimitero di Segni, l’ingresso monumentale del cimitero di Artena. Durante il mandato in qualità di consigliere illustrò al Consiglio comunale di Segni l’utilità di costruire la strada Carpineto-Maenza, ne elaborò il progetto al quale aderì lo stesso comune di Segni.. A lui fu affidato l’incarico della ristrutturazione di alcuni tratti delle mura poligonali e del palazzo comunale medioevale per essere adattato ad edificio scolastico. Lavorò alla costruzione dell’acquedotto del Simbrivio, le cui acque giunsero a Segni lo stesso anno in cui egli morì. Collaborò alla Carta d’Italia al 250.000 e ne ricevette <diploma di Benemerenza dal Touring Club Italiano>.
“Ma credo, ci riferisce Don Bruno, che l’opera più bella realizzata dall’architetto sia la chiesa del Rosario di Gorga. Gli affidò il lavoro personalmente Leone XIII il grande pontefice carpinetano che lo onorò della stima e dell’amicizia. Unita al palazzo del cardinale Santucci, la chiesa del Rosario sorge al centro di Gorga. Sul lato volto a mezzogiorno di piazza Cavour s’innalza la facciata preceduta da breve ripiano cui si accede per mezzo di cinque gradini di pietra locale.Essa è spartita da quattro lesene che partono da un basamento alto m. 1,80 e terminano con capitello semplice sotto la fascia della trabeazione. Il timpano triangolare sormontato dalla croce chiude la facciata. La ornano a destra e a sinistra due corpi laterali arretrati dalla linea orizzontale. Quello di destra continua in alto a formare un breve campanile. Risaltano sulle fasce laterali due lapidi marmoree: quella di sinistra ricorda che nel 1893 Leone XIII fece costruire la chiesa per alimentare la religione nel popolo e ne affidò la cura ai religiosi Trinitari, l’altra tramanda che lo stesso anno Teresa Ascenzi, sorella del cardinale, cedette il palazzo per ospitarvi i sacerdoti officianti la chiesa. Questa all’interno si sviluppa in forma circolare. Quattro pilastri ornati di cornicione e pennacchi sorreggono la cupola. Tra i pilastri si apre lo spazio per gli altari: quello centrale con tela ad olio raffigurante la Madonna del Rosario, a sinistra quello della Sacra Famiglia e a destra quello del Crocefisso. Sulla porta d’ingresso poggia una spaziosa cantoria di legno. Gli archi che s’incurvano sugli altari laterali sono ornati con gli stemmi di Leone XIII e del cardinale Santucci. L’architettura della chiesa, come già quella dei cimiteri segnino e artenese, rivelano la sorprendente abilità del Fagiolo e il suo gusto classico”.
Fagiolo fu anche un valente archeologo tanto che con decreto del 10 marzo 1910, Vittorio Emanuele III, Re d’Italia, lo nominava per un triennio “R. Ispettore Onorario per i monumenti, gli scavi e gli oggetti di antichità e d’arte del mandamento di Segni in provincia di Roma”. Dopo tale nomina ebbe contatti, tra gli altri, con il professor Solin Heikki dell’università di Helsinki che venuto a Segni per una ricognizione sui reperti archeologici, andava cercando il quartiere “Testaccio”. Tutti gli dissero che tale località si trovava a Roma. Eppure il professore non equivocava. Di tutti i reperti scoperti con gli scavi, parte sono andati perduti, ma tanti, ancora imballati, si trovano al Museo di Villa Giulia a Roma, in attesa di essere esposti al locale Museo Archeologico. Fu più volte consigliere comunale e primo Presidente della locale Cassa Rurale oltre ad esserne il fondatore unitamente al sacerdote Giuseppe Sagnori.
Bruno Navarra "L'Architetto e Archeologo segnino Angelo Maria Fagiolo (1846-1933), estratto da <Lunario romano 1990>: Pittori architetti scultori laziali nel tempo Gruppo Culturale di Roma e del Lazio F.lli Palombi Editori