Monti Lepini
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Gorga
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Storia e Territorio
"Gorga conserva un ambiente ricco di valori e culture tipici di una società ancora memore delle tradizioni contadine: saggezza, senso civico, tolleranza, solidarietà, accoglienza" Elevato a circa 766 metri sul livello del mare, Gorga di affaccia quasi "timidamente" dalla sommità del monte Volpinara, dominando tutta la valle dove scorre il fiume Sacco. La sensazione di "riservatezza" che si percepisce guardando il paese dalla vallata coincide proprio con la motivazione della sua nascita, poichè i primi abitanti del "burgus" scelsero questo territorio per difendersi, dapprima dalla malaria, e successivamente dalle invasioni nemiche. Oggi Gorga conserva ancora l'aspetto tipico di un borgo medievale, capace di catturare il fascino di tutti coloro che scelgono di visitarlo, alla scoperta delle radici millenarie della sua comunità. La tradizione racconta che il suo nome derivi dal nome proprio di persona di un componente di un'antica famiglia nobile, mentre altre fonti conducono a pensare che abbia origine dal termine latino "gurges", come gorgo, vortice, corrente impetuosa. I primissimi insediamenti risalgono all'epoca preistorica e sono dimostrabili grazie al ritrovamento di utensili lìtici appartenenti al periodo del Musteriano; successivamente sono state rinvenute tracce di insediazione volsca appartenenti all'Età del Bronzo, come testimoniano i numerosissimi resti fittili documentati da Monsignor Luigi Scialdoni, un ecclesiastico erudito appassionato di archeologia. Il "burgus" vero e proprio nasce quando in prossimità della "Portaballe", una località contornata da rupi, alcuni gruppi di contadini ed agricoltori avevano cercato e trovato scampo dal contagio della malaria: la posizione geografica del territorio era infatti particolarmente favorevole per scopi difensivi e garantiva oltretutto il riparo dai venti freddi di tramontana. Gorga, come cittadina medievale con la tipica struttura "a fuso", è sorta invece a ridosso dell' XI secolo e la sua esistenza è documentata con una bolla di papa Urbano II nell'anno 1088, in cui specificherà la sua appartenenza alla diocesi di Anagni. L'impianto urbanistico è caratterizzato soprattutto dalla presenza di resti di antiche ville romane nate soprattutto alle pendici dei Monti Lepini: tra di esse la più celebre è quella di Villamagna in quanto è stata la residenza di caccia di Pompeo Magno e soprattutto dell'imperatore Marco Aurelio. Più tardi, è divenuta abbazia benedettina di San Pietro. Nel XIII secolo infatti, Gorga era assoggettata a questa località che nel corso dei secoli XIV e XV venne infeudata dapprima da famiglie illustri, come quelle dei De Ceccano e Caetani, poi dai Conti di Segni-Valmontone ed infine ceduta, in seguito a svariate vicissitudini storiche, al territorio del comune di Anagni attraverso una bolla firmata da papa Bonifacio VIII nell'anno 1297. Il XVI secolo ha rappresentato per Gorga un periodo difficile a causa della famiglia Conti,la quale aveva avuto la pretesa di volersi occupare della gestione delle questioni dell'amministrazione, della società e della giustizia: per il popolo gorgano erano infatti stati redatti degli statuti volti a "disciplinare" ogni singolo aspetto della sua vita. Tutto questo ha avuto fine solo quando papa Leone X arriva in possesso del feudo, e lo dona alla prestigiosa famiglia dei Doria Panphili nel XVII secolo. Da questa stessa famiglia prenderà nome il palazzo residenziale di tutte le casate feudatarie successive, oggi sede del Municipio. Gorga deve alla famiglia Panphili l'istituzione del primo "Magistero di scuola" nonchè l'edificazione della chiesa di Santa Maria, il cui culto era fortemente sentito dalla popolazione gorgana, tanto da partecipare in manirea corposa alla costruzione della stessa, sia economicamente che materialmente. La fatica, la fierezza e l'onesta delle genti lepine ha colpito nei secoli numerosi viaggiatori tra cui Ferdinand Gregorovius, che addirittura ha scritto di essere rimasto affascinato dalla laboriosità degli abitanti della zona nonchè dal territorio stesso, testimone di una natura selvaggia e incontaminata. Dal punto di vista storico alcune famiglie nobili gorgane si sono distinte nei secoli, e tra queste spiccano i Pasquali, i Santucci e i Fioramonti; di quest'ultimi è ancora oggi visibile l'antico palazzo di costruzione seicentesca. Il nome di Gorga diventa però noto alle cronache italiane solo grazie al Cardinale Vincenzo Santucci, il quale nel 1870 si è impegnato nel tentativo di conciliazione tra Stato e Chiesa, intrapreso da Cavour e fallito a causa dell'opposizione di papa Pio IX. Oggi, dal punto di vista prettamente culturale Gorga offre ai suoi cittadini, ma soprattutto ai suoi turisti, svariate bellezze architettoniche e non solo territoriali: l'esempio più importante riguarda la fontana chiamata "La pastorella", realizzata da Ernesto Biondi, nativo di Morolo (1854-1917), in occasione della costruzione dell'acquedotto che ha consentito di portare l'alimentazione idrica a tutta la popolazione. La struttura della fontana richiama le grotte e gli anfratti tipici del paesaggio gorgano, e alla sua sommità si erige una piccola ma bellissima pastorella, venuta a condurre le sue caprette al pascolo vestita con i tradizionali abiti ciociari. A testimonianza della profonda fede della sua esigua popolazione (non più di 800 abitanti), Gorga vanta il possesso di tre chiese: la chiesa di San Michele Arcangelo, la chiesa di Santa Maria Assunta e la chiesa della Santissima Vergine del Rosario. |
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