PAESI CHE SI AFFACCIANO SULLA VALLE DEL SACCO Visti da Segni (Pianillo)
Acuto - Alatri - Anagni - Bellegra - Capranica Prenestina - Castel San Pietro - Cave - Colleferro Ferentino - Fiuggi - Frosinone - Fumone - Gavignano - Genazzano - Morolo - Palestrina - Paliano - Piglio - Rocca di S. Stefano -Rocca di Cave - S.Vito Romano - Serrone - Sgurgola - Torre Caietani
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Cenni storici su Paliano
Della Paliano attuale, non si conosce con certezza la fondazione, è certamente di epoca medioevale. Da alcune inscrizioni rinvenute o segnalate in studi effettuati nel corso del XIX secolo, Nibby individua nella gente Pollia i fondatori. La tribù si estendeva tra Palestrina e Cave, ma aveva il patrimonio primitivo presso la Papiria, vicino Tuscolo e proprio nel loro Fundus Pollianus, egli riconosce l’origine del nome, prima Pallianus, quindi Paliano. La sua origine primitiva, non può che essere romana, per la sua vicinanza alla via Labicana, per la breve distanza da Roma, ma soprattutto per i ritrovamenti archeologici avvenuti nei piani e nelle colline intorno al paese. Cunicoli funerari, vasi di terracotta, monete, mosaici, materiali da costruzione ed altro, non lasciano dubbi riguardo all’esistenza di preesistenze romane, se non addirittura ad insediamenti di epoche precedenti. Tutti i ritrovamenti sono concentrati nel tratto di territorio che da colle Rampo porta a colle San Quirico dove sono state rinvenute le Catacombe. Per comprendere la sua storia, spesso intrecciata a quella di Palestrina, è necessario premettere che la posizione collinare, a 476 metri sul livello del mare, era strategica per il controllo delle valli sottostanti. Da un documento del Regesto Sublacense risulta che nel luglio del 1085 Trasmundo Conti, figlio di Amato, dona al Monastero di Subiaco tutte le sue possidenze nei territori di Paliano, Porziano, Serrone, Genazzano, S. Vito e Pisciano. Nel 1088, con una bolla di Urbano II indirizzata a Pietro Vescovo di Anagni, questi viene confermato quale possessore della città ed inoltre, gli vengono concessi altri paesi tra cui Paliano. Si tratta di una fase che dura circa 100 anni e di certo nel 1115 Tolomeo, della famiglia Ottavia e Pietro, di quella Colonna, abate di Farfa, se ne impadronirono. Successivamente si hanno notizie di Paliano nel 1184, quando a causa di diaspore gravissime scatenate nel 1182 tra i Romani ed il Papa Lucio III, ci fu una guerra che costrinse alla fuga il pontefice. Il Papa poté tornare dopo le concessioni obbligate che Clemente III concedette per porre fine all’odio e riportare la pace, che durò sino alla morte di Innocenzo III, avvenuta nel 1216. È verosimile che in questo periodo Paliano fu divisa in più feudi ed affidata, quindi a più feudatari, che con soprusi ed angherie fomentarono la volontà di ribellione dei locali. Favoriti dai disordini che scoppiarono nel 1232, i Romani tentarono di conquistare queste terre, con mire espansionistiche verso la Campania, ma il Papa, preoccupato, vi mandò un suo esercito e fece erigere nuove mura ed una eccelsa torre. La pace era cosa difficile per quei tempi. Nel corso degli anni successivi gli animi erano sempre in subbuglio, fintanto che Innocenzo IV, durante il suo pontificato (1243-1254) non decise di costruire un monastero dedicato a San Pietro, il quale non ebbe lunga vita, infatti già nel 1244 era dismesso, ma fu sufficiente a garantire un lungo periodo di tranquillità. Nell’archivio Colonna di Roma si conserva un documento del 1373, con il quale l’allora Pontefice Urbano VI, concede ai fratelli Ildebrandino ed Adinulfo Conti, l’investitura di Paliano e di altre terre di cui usufruire. Nel 1380 lo stesso Papa, nomina il solo Adinulfo capitano di Paliano, dove evidentemente era un presidio militare di difesa, ma nel 1388, per qualche presunta mancanza verso la Santa Sede, spodesta la famiglia Conti e con decreto del 29 settembre, permette a Nicolò di Valeriano di Piperno di prenderne il possesso. Bonifacio IX, nel 1390 restituì le terre ai Conti che ne mantennero la proprietà fino al 1427, che dopo la riconsegna a Martino V, furono affidate ai nipoti Antonio Prospero ed Odoardo Colonna. Durante il pontificato di Eugenio IV, nemico dichiarato dei Colonna, la famiglia Conti tornò ancora a Paliano. L’allora Pontefice, sospettando che i nipoti di Oddone Colonna (Martino V), si fossero impadroniti del denaro raccolto dallo stesso Eugenio IV per finanziare i Greci venuti in Italia in occasione del Concilio, intenzionati a riunire la Chiesa Greca a quella Latina, ne chiese la restituzione. Da ciò scaturì la possibilità di una guerra, per sicurezza i Colonna si barricarono a Paliano, dopo aver assoldato un esercito e convinto Giovanna II di Napoli a schierarsi dalla loro parte. Tutto si risolse senza l’uso delle armi per l’intervento del Vescovo di Preneste, ma Zancati e il Castello di Vico Moricino, località nei pressi di Paliano, furono distrutti dai Colonna (1431) per essersi schierata a favore di Eugenio IV. Nel 1467, la città fu consegnata a Orso Orsini, nipote di Martino V. La lunga pace di cui aveva goduto sino a quel punto, s’interruppe con la guerra che da lì a poco scoppiò fra i Colonna e Sisto IV della Rovere. Dopo aver conquistato Marino, Cave ed altre terre, l’esercito pontificio si rivolse verso Paliano, dove per la natura delle difese e la posizione strategica, furono vani tutti i tentativi di conquista. L’assedio che ne seguì nel 1484 s’interruppe con la morte di Sisto IV. Si ritiene verosimile che da allora sino al 1501, quando Papa Alessandro VI Borgia la eleva a ducato e la concede al duca Valentino suo figlio, Paliano fu posseduta ancora dalla famiglia Colonna. Nel 1534 il Vescovo di Preneste Francesco Borgia, con bolla, univa al Capitolo di S. Andrea in Paliano le rendite della Chiesa di San Giovanni del diruto castello di Zancati. Allora nella Provincia Romana, Paliano era seconda per numero di abitanti soltanto a Nettuno. Durante il pontificato di Paolo III sembrava che niente dovesse turbare la pace, ma improvvisamente scoppiò una guerra che portò alla rovina di Paliano. Ancora una volta il nepotismo, troppo spesso causa di discordie, innescò l’ennesima miccia. L’impegno economico papale, le scarse risorse disponibili e la necessità di procacciare una conveniente dote ai ducati di Castro e Camerino e per fornir preziose gioie alla novelle sposa di Ottavio Farnese, nipote di Paolo III, portarono ad un inasprimento delle tasse e dei costi di alcuni prodotti come il sale. Ascanio Colonna non sopportò i soprusi e con pochi soldati depredò bestiame e danneggiò parti del territorio della Chiesa. Ne scaturì una feroce guerra che vide gli Orsini con il Papato contro i Colonna. Nel luglio del 1557 Marcantonio Colonna poteva gioire della vittoria sulle truppe pontificie ed il pontefice, preoccupato dall’ipotesi che questi avanzasse verso Roma, chiese aiuto al re di Francia e Marcantonio desistette. Paolo IV, fermamente intenzionato a ricercare la pace, fece promettere a Filippo II la restituzione di tutte le terre conquistate e dopo un convegno tenutosi a Cave, presso Paliano, si stabilì che avrebbe rinunziato alla lega con il re di Francia, se il duca d’Alba avesse restituito le terre conquistate, ma a loro insaputa ci fu un altro accordo tra Carlo Caraffa e il duca di Montorio, che decisero di demolirla piuttosto di veder ceduto Paliano in mani nemiche o ribelli alla Santa Sede. L’opposizione di Marcantonio a questo destino fu premiata e la città fu salva. Non soddisfatto di ciò Marcantonio pregò a lungo il re di Napoli, Filippo II, perché gli concedesse di tornare in possesso di Paliano, che ottenne nel 1560. Nella guida del ducato si susseguirono Marcantonio II e Filippo Colonna, che nel 1597 riedificò la chiesa di S. Andrea, vi costruì il sepolcreto di famiglia, restaurò la fortezza, le mura, ed edificò il sontuoso palazzo baronale. Nel corso del XVII secolo il governo di Paliano non subì trasformazioni e soltanto con la rivoluzione francese s’interruppe questo lungo periodo di tranquillità. Le lotte tra i francesi da una parte e russi ed austriaci dall’altra, vide il territorio di Paliano preso tra due fuochi, essendo al centro tra Napoli e Roma. La città fu devastata e i francesi l’espugnarono: demolirono la fortezza e razziarono cimeli artistici. Il resto della storia e noto perché legata alla suddivisone dello Stato Pontificio e successivamente, ai moti rivoluzionari di fine ottocento, sino alla creazione dello Stato Italiano. La posizione collinare, a 476 metri sul livello del mare, era strategica per il controllo delle valli sottostanti. Il paese si snoda tutt’intorno alla Fortezza, baluardo posto a difesa dell’intera vallata nel Medioevo, strutturata con una doppia cinta di mura in grado di resistere agli attacchi nemici e in modo da essere inespugnabile. Oggi la Fortezza e’ stata trasformata in carcere di massima sicurezza. Autore: http://www.viafrancigenasud.it/cenni-storici-paliano/ |