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   PAESI CHE SI AFFACCIANO SULLA VALLE DEL SACCO         Visti da Segni (Pianillo)
Acuto - Alatri - Anagni - Bellegra - Capranica  Prenestina -  Castel San Pietro - Cave - Colleferro   Ferentino - Fiuggi - Frosinone -   Fumone -  Gavignano -    Genazzano -- Morolo - Palestrina - Paliano - Piglio - Rocca di S. Stefano -Rocca di Cave - S.Vito Romano - Serrone - Sgurgola - Torre Caietani 

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Gocce di storia

 Piglio poggia armoniosamente su un costone, alle pendici del Monte Scalambra, che  protende verso la valle del Sacco, ma ne resta in alto, quasi a sentinella. Svetta il castello, che si contende con i campanili della chiesa più in basso il privilegio di essere il più visibile. Tutto intorno le case conservano il posizionamento a spina di pesce, in quanto assolvevano a funzioni di protezione in assenza di mura cittadine e si affacciano sui due canali laterali, ulteriore difesa per il Castello.

Nella piazzetta antistante "l'Arco della Fontana", Piazza Roma, la principale porta di accesso del borgo medievale, si svolge la vita cittadina. Attività commerciali e risotaranti tipici accolgono i turisti e fanno da salotto per i cittadini del paese.

Nel territorio periferico si estendono le campagne con spiccata vocazione produttiva per vino ed olio, altre trattorie tipiche e numerose aziende agricole.

 Infine, i sentieri per escursioni, la pista ciclabile, le aree verdi su tutto il territorio e i numerosi edifici di culto visitabili.

II Castello Colonna di Piglio sorse intorno all'anno 1000. Attorno ad esso nacque e si ampliò il Borgo Medioevale. La posizione del castello e del borgo con la scelta del luogo, la rete stradale esterna ed urbana costituiscono un interessante esempio di architettura militare ed urbanistica. 
Il Castello è costituito da due parti differenti edificate in epoche diverse; una parte più alta (Castello superiore) ed una parte più bassa (Castello inferiore) con un dislivello fra, l'una e l'altra di circa 25 metri. 


Il Castello superiore (Palatium superiore) e' posto su una spianata alla sommità di una collina dove sorge il Borgo ed è costituito da un torrione a sperone verso la montagna e da una cortina di torri lungo il lato nord. 

Nella Rocca erano ubicati una loggia, una cisterna ed una piazza d'armi nonché il Palazzo Baronale con una "Sala Palatii" dove, nel 1332 e nel 1348, si celebrarono solenni investiture da parte del Signore feudale. Attualmente lin questa parte del Castello vi è la sede dell'antiquarium e vi sono depositati reperti archeologici rinvenuti nel corso di scavi effettuati nel territorio del Comune di Piglio, tra i quali il più degno di nota risulta essere una statua di donna, con veste tipicamente romana, priva della testa e delle braccia, risalente al I/II secolo a.C.

Dalla parte alta, mediante una scala, si scende verso l'Arringo, la costruzione è senz'altro anteriore all'anno 1000 in quanto e' citata in una Bolla di Papa Urbano II del 1088 come appartenente alla diocesi di Anagni. 
La parte inferiore del Castello (Palatium inferiore), con piano terreno e ammezzato, ha attualmente due piani con la sistemazione esterna ottocentesca, ed è la parte meglio conservata, posta al lato nord dell'abitato, dove inizia la via Maggiore, a protezione del più importante accesso di Piglio dov'era la porta principale. 
Il Castello inferiore è ricordato nei documenti a partire dall' anno 1365, epoca in cui erano signori di Piglio i "De Antiochia". Comunque la parte più antica del Castello inferiore deve essere stata edificata prima del 1328-29 anno in cui nelle decime di riscossione veniva nominata una "Ecclesia S. Petri de Castello Vetulo de Pileo", chiesa che si trovava all'interno del Castello, ma di cui non restano tracce. Il Palatium inferius o Castellutium, aveva una Corte (Platea) su cui prospettavano edifici di cui uno caratterizzato da "Camere Pinte", cioè decorate di pitture.

L'ingresso al paese è costituito da un grande arco, l'arco della Fontana, che si apre nella parte inferiore del Castello, con, alla sua destra, una bellissima trifora tardo- romanica, una fila di archetti ciechi, in alto, e subito dopo l'arco, a destra, tre alti archi di sostegno, circondati da archetti ciechi
Il Borgo non aveva mura di cinta ma le case stesse, costruite sui margini della collina, in forte pendio, avevano senz'altro anche funzioni difensive. 


In località Fontana di Grano, tra le coltivazioni a vite ed olivo, è stata rinvenuta una villa romana risalente al I/II secolo A.C., con pavimentazione in "signum e coccio pesto mosaicato" nella parte agricola di essa, mentre nella parte nobile si trovano i resti di terme con relativo sistema di riscaldamento e di produzione di acqua calda. 
All'esterno si notano cunicoli in mattoni e copertura "a cappuccio", intonacati alla base per una altezza di circa 40 cm.


Piglio è la patria del vino che prende proprio il suo nome: il Cesanese del Piglio, anche se questo prezioso vino viene prodotto nell’ampio territorio che Piglio condivide con i comuni limitrofi di Serrone, Acuto, Paliano e Anagni.

Pur raggiungendo una produzione che sfiora i 1500 ettolitri, il territorio è prevalentemente collinare (300-550 msl) e vanta una tradizione nobilissima ed antica di viticoltura, come testimoniano i reperti storici rinvenuti lavorando i terreni. 
Il suolo di origine vulcanica, il terreno scosceso che impedisce eventuali ristagni d'acqua, la conformazione che permette una buona esposizione dei filari fanno di questa una zona di buone potenzialità enologiche. 
Il sistema di impianto dei vigneti è prevalentemente a filari, con 3000-5000 ceppi per ettaro con sistema a Guyot e/o cordone speronato. Il clima è molto variabile: gelate primaverili, estati molto calde, precipitazioni nella media (1200ml/mq) e venti scarsi. Ed appunto nel territorio di Piglio, il Nerva Imperatore, colpito dalla squisitezza del vino ivi prodotto, costruì una sua residenza imperiale. Il Cesanese del Piglio, secco ed amabile, gradevolmente amarognolo, dal coloro rosso rubino e' il vino ciociaro per eccellenza. 
Nel Medioevo esso fu considerato il re della mensa presso la Corte dei Papi anagnini: Innocenze III e Bonifacio VIII. Il vitigno che ora produce il Cesanese e' una ibridazione locale di quello portato da Affile. Una nostalgica curiosità: la leggenda narra che fu un adolescente di Piglio a trafugare, nottetempo, tale vitigno e ad impiantarlo sul territorio. 
Il Cesanese del Piglio è oggi il più conosciuto ed il più apprezzato dei tre tipi di Cesanese D.O.C.G. prodotti in Ciociaria. I confini della denominazione delimitano  un'area più vasta rispetto a quelle del Cesanese di Olevano Romano e del Cesanese di Affile. 
Il Cesanese D.O.C.G viene prodotto anche nei tipi frizzante, dolce e dry.
Molti coltivatori presenti sul territorio conferiscono le loro uve alla Cantina Sociale per ricavarne produzioni personalizzate di alta qualità. Esistono imprenditori locali di prestigio internazionale che producono presso le proprie cantine e che uniscono la loro passione per la produzione di vino a quella per l’accoglienza colta e il desinare a base di prodotti tipici.
Il vino segna i ritmi della vita perché la coltura dei campi, la raccolta, la produzione, il marketing e la commercializzazione del prodotto si sviluppa lungo tutto l’arco dell’anno e impegna direttamente e indirettamente tutta la comunità.
Nella prima domenica di Ottobre, si celebra la festa del vino Cesanese e tutto il borgo viene addobbato per l’occasione, negli angoli delle strade, nelle piccole piazzette, lungo le gradinate che portano fino al castello con strutture tradizionali che offrono il buon vino di questa terra, accompagnato dai piatti tipici: salsicce, polenta, ma anche dolcetti e torte paesane.
I produttori di vino si tramandano le tradizioni e le nuove generazioni apprendono come far crescere e curare i vitigni ma al tempo stesso introducono tecniche nuove di marketing e nuove idee per commercializzare il prodotto in tutto il mondo. 
Proprio grazie a loro, nel 2007 è partito il progetto di “marketing territoriale” del territorio del vino Cesanese che è diventata storia del marketing in Italia e si studia come “caso” in alcune Università italiane (si veda su www.associazioneseraf.it/progetti) .



Sito istituzionale.                                     Strada del vino Cesanese                      Cantina sociale del Piglio
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