-Monti Lepini
Artena - Bassiano -Carpineto Romano - Cori -Gorga - Maenza- Montelanico -Norma - Priverno -Prossedi Roccagorga - Roccamassima- Roccasecca dei Volsci - Segni - Sermoneta - Sezze - Sonnino -Supino
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ROCCAMASSIMA
Rocca Massima si trova in Provincia di Latina e sorge su un monte alto m 735 s.l.m., a 35 km circa dal capoluogo. Esso conta attualmente 1170 abitanti, suddivisi tra il centro urbano e le campagne. Il suo territorio si estende per km 18 e confina: ad est con il Comune di Segni, ad ovest e sud con il Comune cli Cori e a nord con il Comune di Artena. Le stazioni ferroviarie più vicine sono quelle di Velletri (20 krn), Cisterna di Latina (16 km) e Colleferro (21 kni). Il casello autostradale più vicino è quello cli Colleferro.
Cenni Storici Il Nibby, in contrasto con molti studiosi, individua in Roccamassima l’Àrx Carventana o (Jaruentum di cui parla Livio nella Storia di Roma, Libro IV, capp. 53 e 55. Si tratti o no dell’Arx Carventana, i resti di antiche mura in opera poligonale e di altro materiale visibili sul territorio, in particolare nelle località chiamate “Lubro”, “Monte S. Angelo’ e “La Selva”, inducono a pensare che il Monte Massimo, per la sua posizione elevata che permetteva il controllo della Piana Pontina, dei Colli Albani, della Valle del Sacco e di tutto il sistema viario che collegava questi territori, sia stato sede di insediamento romano. Gli stessi motivi di controllo indussero Innocenzo III, Lotario Conti, a concedere con il Breve “Quia per tuae” del 5 dicembre 1202 a Pietro Annibaldi sororio et senescalco suo montern Maximum cum pertinentiis suis’ con l’obbligo però dcl giuramento di fedeltà perpetuo alla Chiesa romana. Lautorizzò a costruirvi "munitionem et castrurn" onde evitare che potesse cadere in mano ai nemici a danno della Chiesa e delle popolazioni circostanti. Nella concessione di Innocenzo III si precisa che il monte ricadeva nel territorio di Giuliano e che era stato donato a Pietro Annibaldi, dagli uomini di questa comunità di cui era già signore. E con questo documento che si attesta quindi la fondazione della Rocca che prende il nome dal monte Massimo. Alla morte di Innocenzo III, questo territorio, a causa della situazione politica e religiosa creatasi a Roma nella prima metà del XIII secolo per i contrasti tra Papato e Impero. passò prima ai Malabranca e poi ai Perlconi. Rimase proprietà di quest'ultimi fino al 1260 quando donna Oddolina. vedova di Guido Pierleoni. vendette a Giovanni Conti il Castello di Giuliano e i diritti, beni o azioni posseduti nei Castelli di Montefòrtino e di S. Silvestro ai prezzo di 3100 libro di provcsini. Per alcuni secoli Rocca Massima formò un unico feudo con Giuliano sotto gli stessi signori; soltanto alla fine del XV secolo, con la divisione delle proprietà tra ì vari eredi della famiglia Conti, divenne comunità autonoma con una organizzazione interna propria di tipo comunale, Infatti la “comunità” era amministrata da un Consiglio formato dal Governatore nominato dal Duca, da due Contestabili nominati dallo stesso Duca su proposta del Governatore e da 24 consiglieri scelti tra i capifarniglia. Gestiva autonomamente alcuni beni comunali, come l’osteria, la macelleria, le pizzicherie e due forni, le cui entrate permettevano di provvedere parzialmente alle spese per il territorio. Alla comunità spettava anche la riscossione delle imposte. Nel XVI secolo signore di Roccamassima fu Andrea Conti, flglio di Lucido, e alla sua morte gli successe la figlia Massima; mentre il feudo di Giuliano, ereditato dal cugino di Andrea, Giovan Battista Conti. passò a Costanza sua figlia. Nel 1557 fu occupata dalle truppe dei duca d'Alba nella guerra tra Filippo II contro il Papa Paolo IV ma non fu saccheggiata, né vi furono eccidi come a Segni e a Montefortino. Il 5 Febbraio 1588 donna Massima Conti nomina erede del Castello di Roccamassima, di Colleferro e di altri beni, con testamento rogato dal notaio Giovanni Fuschi di Roccamassima, il cardinale Antonio Maria Salviati (figlio di Costanza Conti signora di Giuliano) il testamento prevedeva che alla morte del cardinale tutta la proprietà sarebbe tornata ai figli di Federico Conti, Camillo ed Orazio, ma nei 1597 dietro pagamento di 25.000 scudi questi rinunciarono alla prouneta in favore del Salviati. Il cardinale Antonio Maria Salviati, essendo figlio di Costanza Conti, ereditò anche il Castello Giuliano, ma nonostante l’appartenenza allo stesso signore le due entità mantennero diverso ordinamento amministrativo. Alla fine del XVI secolo si estingue quindi la signoria dei Conti ed inizia quella dei Salviati che si protrarrà a tutto il XVIII secolo, quando un altro cardinale, Gregorio Salviati, nomina sua erede la nipote Anna Maria moglie di Marcantonio Borghese. A questi ultimi successe il loro figlio Camillo Borghese che nel 1808 vendette i beni di Rocca Massima ai Doria Pamphili. Con l’abolizione della feudalità, durante la dominazione napoleonica, con decreto imperiale del 2 agosto 1809 Rocca Massima divenne Comune sotto il Cantone di Cori in provincia di Velletri e, con la caduta di Napoleone, ristabilito il governo papalino, rimase Comune ed ebbe come frazione Giuliano. Il 1° febbraio 1832 Roccamassima fu aggregata alla nuova provincia di Velletri creata da Gregorio XVI e perdette la frazione di Giuliano, che passò al comune di Montefortino. Con l’unità d’Italia, abolite con R.D. 3 dicembre 1870 tutte le province del Lazio, passò alla provincia di Roma e successivamente, con R.D. 18 dicembre 1932, fu annessa alla provincia di Littoria, ora Latina. |
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